La salita all’A.di Nassa era già prevista lo scorso autunno. Soprattutto la descrizione dello Scrann era un richiamo decisamente troppo forte per far finta di non sentirlo. E così eccoci qua. Il sentiero ci dice ben presto che cosa ci aspetta: solo punta delle scarpe ed è spesso talmente ripido che lo si può seguire con il naso, come i segugi! Fin dopo l’attraversamento del Ri di Nassa la traccia è abbastanza evidente poi, nel ripido faggeto, bisogna essere un po’ più attenti anche per non scivolare. Lo Scrann non delude le aspettative: straordinario!
A Corte di Fondo optiamo per la bella diretta verso Corte di Cima. Anche corte di Cima non ci lascia indifferenti. Un po’ meno piacevole (lo sapevamo in quanto già percorso in discesa diversi anni fa) è la traccia – dove c’è- verso la Bocchetta di Nassa e la discesa su Piènsgia.
Il panorama dalla bocchetta con i laghi della Cròsa, anche se la giornata non è stupenda, vale comunque la fatica.
Una curiosità di oggi è anche quella di scoprire il passaggio per raggiungere le due cascine a Gradisc 1890. Dopo un paio di tentativi a vuoto eccolo ed è anche segnalato con un sasso posto sul sentiero ufficiale. Ovviamente andiamo a Gradisc: un gioiellino.
La discesa verso Calnègia, soprattutto per quegli scalini troppo alti, è invece una tortura. Se dovessi tornare allo Scrann scenderei a Roseto.
A Calnègia visitiamo ovviamente quella straordinaria opera del sapersi arrangiare e trovare soluzioni ai problemi che sono gli sprüch “cantina-frigo”.
Di passaggi stupendi ne avevamo già visto diversi in Val Bavona- Fiorasca, Magnasca, Foiöi, Ogliè, Cranzunell, Cranzunasc,…- ma questo, lo Scrann*, è riuscito ancora a farci rimanere col fiato sospeso per poi esclamare all’unìsono: CHE BÉL! Una serie di scalinate impossibili, di passaggi da sogno, indimenticabili. Ma quanta disperazione ci dev’esser stata alla ricerca di qualche ciuffo d’erba: non dimentichiamolo mentre gioiamo!
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* da questo punto fino al passaggio di una roccione su due tondini in ferro la traccia non è evidentissima e va cercata con attenzione; oltre a tale caratteristico passaggio attrezzato, a quota 1370 circa “.. si entra in un camino che termina con una arrampicata su una scala di sasso un pò sconnessa ed esposta ma sicura. Al Scrann è il nome di questo passaggio che richiede un certo impegno ..”; cosi scrive la Nora Cattaneo del passaggio dello Scrann, una costruzione che forse ha pochi uguali in valle (sul podio con la grande scalinata del Mater e il “passaggio tra i due corni” della Costa Stagna, ma … de gustibus non est disputandum …).
da:https://www.hikr.org/tour/post156339.html
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© Moru & CCM & Alberto