Pso dei Laghetti-Cap. Pian d’Alpe 17-18.06.2017 (v.rif.23)

Di tanto in tanto qualche rotella s’incanta e allora saltan fuori, d’improvviso, proposte un po’ particolari alle quali, nonostante la buona volontà, non si può rinunciare. Se poi ci sono amici troppo accondiscendenti eccoti, alle cinque di sera e malgrado un vento alquanto forte, mettere il sacco in spalla. Questa volta il Binaghi purtroppo non ha sbagliato e solo verso le due, come previsto, si è stancato un po’. Ne è valsa comunque la pena. Anche la cresta verso il Matro, già percorsa più volte, non ti lascia mai indifferente. Purtroppo un po’ ovunque si sta tornando al Medioevo e per salire con l’auto bisognerebbe chiedere l’autorizzazione (divieto alle ultime abitazioni di Semione). Strade pagate da tutti…per pochi eletti. Tutto ovviamente in sintonia con la politica di rivitalizzazione delle nostre montagne.

Sempre meglio: prima c’era un bel piazzale. Ora oltre ad essere nettamente ridotto è e, presumo, sarà, inaccessibile: a nèm a cü indré!

Fèrmat lì ke kilé a bofa!

Prove per il posizionamento dei sacchiletto, stè pisei bass pusibil!

Dumè do o trè piutèl par tegnala bèla piata, tant a bofa mia!

***** quasi prunt

E adès gudemas ulsou ku va a culgas

A nanna o mèi a patì frèc! A parte la temperatura e le forti folate di vento, nottata stupenda. Osservato persino alcune stelle cadenti.
“Era come se anche il tempo si fosse congelato; ci alzavamo ogni tanto in piedi per riattivare la circolazione, ed era sempre la stessa ora: il vento soffiava sempre, c’era sempre uno spettro di luna, sempre allo stesso punto del cielo, e davanti alla luna una cavalcata fantastica di nuvole stracciate, sempre uguale.”
da: Primo Levi, Il sistema periodico, FERRO, pag.50, Einaudi Tascabili

Ma che piacere l’arrivo del sole!

Cap. Pian d’Alpe

E come previsto, colazione, un po’ tardi, alla capanna.

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Ed ora una pausa forzata sperando di poter ancora rimettere scarponi e sacco in spalla.

P.S.: grazie ai caséi per l’accoglienza. Ra maschèrpa l’è propi bona. A tornarém,anga pal furmac.

© Moru & Alberto