Da molto tempo questa via “ra ciameva”, ma la sua fama di percorso con molto marciume mi ha fatto finora desistere, Ma salire l’Adula da tutti i suoi versanti e l’aver trovato gli amici di cordata, Cesare B. e Kiki, mi ha convinto a fare il tentativo.
17 agosto 2013 partenza alla 5.00, dopo la sveglia delle 4.00 e un’ottima, abbondante e variata colazione servita da Stefano.
Aggirando la “rinnovata torbiera” (?) e ”ul stabi dra vegia”, ancora con la pila frontale risaliamo il sentiero di mezzo, per fortuna lo conosco abbastanza bene, giungendo al “böcc di cadabi di destra”, che risaliamo sfruttando anche la neve ancora presente , arrivando in circa 2 ore e mezzo al Passo dei Cadabbi 2915 m (Brenna lo dava a 2938, 23 m di ghiaccio sparito)
Da qui inizia la via, e la sua fama la si vede subito, bisogna fare attenzione a ogni sasso che tocchi e a come e dove metti i piedi. Dopo un passaggio esposto e per me alto (grazie ces) risalendo il camino arriviamo sotto la torre grigio/bianca, che superiamo incordati piazzando un friend, aggiriamo sul ghiacciaio la torre rossa e continuiamo in cresta, poi scalando placche e gradini di roccia, assicurati con due friend, e un canalone molto friabile arriviamo all’uscita, congiungendoci con la via Val Malvaglia a 3348 m , da qui 15 minuti e in vetta. La discesa la facciamo per la nostra via e al laghetto salutiamo Ces che scende dalla Val Soia.
Bella via, molto aerea, con passaggi esposti. Peccato che la nebbia che ogni tanto ci oscurava il panorama. Certo una via non per tutti.
Claudio, Cesare, Kiki